La Parada http://www.laparada.it
Dal 14/10/2007 al 2/11/2007
Inaugurazione il 14/10/2007 alle ore 18:00
Mostra del Maestro Tessitore Luciano Ghersi
Thursday, October 04, 2007
Wednesday, September 26, 2007
Sempre Sassi di Davide
Sono stato al monte Amiato
dov'è morto Gesù Cristo.
Anche lui l'era socialisto
e morì per la libertà.
Son tornato a Monte Labro per visitare il tempio del santo Davide, David Lazzaretti, profeta di Arcidosso e messia dell'Amiata ( * ). E' un santo proclamato dal popolo... per la chiesa di Roma era un eretico scomunicato: comunista e garibaldino. Garibaldino, precisamente no: andò solo volontario con l'Esercito Sabaudo, nei primi attacchi allo Stato Pontificio. Quanto al suo comunismo, era mera applicazione del vangelo: "La repubblica è il Regno di Dio", era il motto di David. Peraltro, chiamava la chiesa di Roma "setta scriba e farisaica dell'idolatria papale". Ebbe religiose visioni che lo portarono a edificare riforme sociali e nuove architetture. Ebbe un grande seguito di popolo, che fu represso dopo la sua morte, avvenuta alla testa di un corteo per evitare una strage, premediata politicamente da funzionari del Regno d'Italia ( ** ).
Son tornato a Monte Labro per visitare il tempio del santo Davide... ma ci sono passati i restauratori. Ebbene, nonostante cent'anni di progressi scientifici, qui hanno fatto un lavoro peggio che Troia, la città reinventata dall'Evans, celebre archeologo ma fantasioso.
Tra i ruderi della nuova Sionne, città del santo David, ora hanno piamente sepolto la fornace per cuocere la calce, già necessaria per edificare le architetture comunitarie. Quella fornace non è ritenuta storicamente istruttiva. Eppure trasmette lo straordinario episodio dei davidiani, tutti in fila per chilometri, a passarsi di mano fascine di legna, per la fornace ardente in vetta alla montagna, dirimpetto al vulcano dell'Amiata
Il forno del pane comunitario non è invece scomparso: me nanno fatto uno nuovo, in un posto migliore anche se, ovviamente è vietato cuocerci il pane, pericolo di incendi. Sono ovviamente vietati anche tradizionali "Fuochi di Davide", i falò per l'Assunta. Tali restauri e tali divieti su luoghi del fuoco forse sarebbero da rimeditare, rispetto a David che, com'è noto, fu battezzato e ribattezzò con il fuoco.
Tutt'attorno: parapetti e scalette con tipici archetti: una piccola Disneylad di tipiche pseudorovine. "Poveri popolini, quando le macchie saranno giardini!
Così a Monte Labro, si può visitare Davidland. In questa bella impresa, c'entrano almeno il Municipio di Arcidosso, il Centro Studi David Lazzaretti, il parco Paunistico Ambientale, in cui rientra il sito e, soprattutto il Monte dei Paschi: la rapina bancaria più antica d'Europa. Mentre le Belle Arti, han ben altro a sovrintendere, che dei ruderi di officina rurale. La Torre spiralata di David è forse più rara, perchè fu progettata da un mistico sogno, però non è certo un palazzo e neppure una chiesa... non c'è troppo da spenderci in studi e contributi.
Ma gli archeologi o restauratori (o geometri, temo architetti) hanno mutato pure la sostanza, oltre alla forma delle reliquie. Non si sono occupati del recupero delle pietre originali, certo piuttosto difficili da sistemare: non presentano il taglio e il formato uniforme della pietra moderna da costruzione... né più c'è muratori di una volta. E pietre ancora scomode a pigliarsi: cadute molte giù per i dirupi, anche in seguito ai tiri di artiglieria. I militari al tempo del Fascio, bersagliarono il sito per anni di normalissime esercitazioni, senza intenti vandalici.
Così l'altr'anno, scaricavano in sito qualche bel camion di pietre fresche, con tanto cemento e tubi di ringhiera. La colossale chiavarda di ferro, con tanto di occhiello forgiato a mano, l'hanno gettata allora tra rovi, perché non resta muro più, da contenere. Invece, le pietre bellamente intagliate che incorniciavano i muri crollati, non si sono toccate ne assicurate. Di pietre scolpite, ne restano ancora qua e la, a disposizione di chi ne voglia altre trafugare, per riciclarle nei tipici casali toscani. Stesso discorso e stesso destino per quegli inutili scolatoi di pietra, affrettarsi...
Ricordo in proposito, che proprio l'architetto di Davidland approvò la mia ipotesi di un restauro lievissimo, volto a recuperare e valorizzare i pregiati manufatti lapidei, soprattutto cornici e scolatoi. Bastava ricomporli e collegarli tutti al suolo in un'opportuna disposizione. Il lavoro del cantiere di arte pubblica "I Sassi di David" aveva già propagandato coi fatti esattamente questa operazione (*** ). Si dislocarono pietre, assai meno pregiate, perimetrali al bersaglio per l'artiglieria per ricomporre il simbolo di David )+(, segno che, stranamente, si traccia con le identiche linee di un bersaglio (+). Non per nulla: era profeta.
Nel suo piccolo, il cantiere di arte pubblica fu ugualmente deriso. Salvo poi a lavori eseguiti, sfruttarne le immagini nelle pubblicazioni promozionali del Municipio. Nel suo piccolo, nel suo piccolissimo, così si va e si ripete la Storia.
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( *) Per la storia su David lazzaretti, leggi: David Lazzaretti, la vera storia. ON LINE: Edizioni Stampalternativa
( ** ) Per il delitto di Stato, leggi: Piero Gremio; David Lazzaretti, un delitto di stato. Storia Ribelle editrice.
( *** ) Per "I Sassi di David": http://www.hypertextile.net/IAP/sasdav.htm cerca: "Istituto Arti Pubbliche" + "IAP".
Saturday, September 22, 2007
Due o tre fasi dell'ordire
Ordire sulle mura
Warping on the Wall - Ordire sulle Mura
PRIMO TEMPO. Dentro a una torre della Piccola Muraglia Porchianese, un tessitore prepara gomitoli di filo colorato con il suo mulinello. Poi distende il suo filo lungo le mura. Un'anziana signora gli chiede che lavoro è. Lui risponde che è l'ordito.
SECONDO TEMPO. Stessa scena di Muraglia Porchianese, il tessitore svolge un rotolo di stoffe che poi taglia con le forbici. Raccoglie i pezzi e si allontana, saltuando un piccolo cane. E' il suo?
Un ulteriore interrogativo irrisolto: che cosa è mai successo tra il primo tempo e il secondo? Perché gli stessi quei fili sono diventati stoffe? Alla prossima puntata, si svelerà la trama...
Accarrettare
Warping on the Wall - Ordire sulle Mura
PRIMO TEMPO. Dentro a una torre della Piccola Muraglia Porchianese, un tessitore prepara gomitoli di filo colorato con il suo mulinello. Poi distende il suo filo lungo le mura. Un'anziana signora gli chiede che lavoro è. Lui risponde che è l'ordito.
SECONDO TEMPO. Stessa scena di Muraglia Porchianese, il tessitore svolge un rotolo di stoffe che poi taglia con le forbici. Raccoglie i pezzi e si allontana, saltuando un piccolo cane. E' il suo?
Un ulteriore interrogativo irrisolto: che cosa è mai successo tra il primo tempo e il secondo? Perché gli stessi quei fili sono diventati stoffe? Alla prossima puntata, si svelerà la trama...
Accarrettare
Tuesday, September 04, 2007
Friday, August 24, 2007
2 tappeti e 1 kimono
Saturday, August 11, 2007
Inaugurazione a Porchiano del Monte
11 agosto, ore 18 - 24
Si apre l'anno accademico della Facoltà di Tessere
INVITO PUBBLICO
clicca sul titolo di questo post ^ ^ ^
o vai su Terninrete
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Si apre l'anno accademico della Facoltà di Tessere
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Tuesday, July 31, 2007
nella vecchia Facoltà
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Arti in Campo 2005, situazione francamente antesignana della nuovissima
Facoltà di Tessere.
Là insegnavo un po' di tessitura a delle profughe Saharawi, già laureatesi variamente all'Avana. Il video si intitola
L'Africa incomincia all'Ombrone
perché allora si stava in Maremma e perché sempre si venera
Luciano Bianciardi, cui si deve la storica frase.
Nello storico VIDEO, si noti l'insegna accademica "Studio Tessuti", ereditata dalla Facoltà di Tessere (Studio è sinonimo di Università come in "Studium Bononiae", l'ateneo bolognese).
Si noti il vagone da circo, emblematico dell'eterna confusione tra professori, filosofi e zingari... Ma che ci posso fare? Non invento mai nulla di nuovo!
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Altro su Saharawi
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POST in Blog:
Reality and politics in the Saharawi carpets
Saharawi, tessitura e belle arti
:
FOTO in Flikr:
FOTO Arti in Campo 2005
:
SITO in HyperTextile Net:
Formazione tessile Saharawi
Arte Tessile ambulante
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E' saltato fuori un video girato nel 2003 al Museo del Tessuto di Prato, all'inaugurazione di:"Artists at work - Nuove tecnologie nel tessile e nella fibre art" e della XII Conferenza di European Textile Network "New technologies and materials".
Il video documenta l'evento collaterale FREE FIBER, che
"adeguandosi all'inclusione delle arti tessili nel territorio delle belle arti, vuole estendere al settore fibr-artistico la tradizione degli artisti ambulanti nei pressi di Biennali Veneziane ed eventi consimili".
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Come opere intruse nella sede prestigiosa, FREE FIBER presentava:
Vestito di Giornali di Ivano Vitali e
Veste per Donna di Gomma del sottoscritto.
Per comprendere meglio il contesto, ci si può riferire al report di Giulia Nochers su Tessimilia: Prato Fiber Art.
Wednesday, July 25, 2007
Fili Spaziali
ENGLISH VERSION in Video Description
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Il protagonista del video precedente "Ricamo Solare", continua ad esplorare i labirinti dello spazio con le mani e con la guida del filo. Lui che aveva già affrontato la superficie, adesso è alle prese con il volume. Non c'è più un operatore oltre la rete, che gli restituisca il filo come una palla da tennis, ora deve arrangiarsi da solo.
Anche se non riesce a muoversi bene, lui è un tipo davvero intelligente e pone domande precise. Nell'esercizio precedente, mi aveva domandato: "Quale lavoro stiamo facendo?" Gli avevo risposto che facevamo un quadro. Questa volta ho risposto alla stessa domanda più sinceramente. Non gli ho detto che stavamo facendo una scultura. Gli ho detto che, con questo lavoro, forse avrebbe imparato a mettersi le dita nel naso. Si è messo a ridere e si è impegnato moltissimo. La casetta che abbiamo utilizzato per questo esercizio era semplicemente un vecchio modellino per la nostra Casa dell'Omo Ragno ...
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Il protagonista del video precedente "Ricamo Solare", continua ad esplorare i labirinti dello spazio con le mani e con la guida del filo. Lui che aveva già affrontato la superficie, adesso è alle prese con il volume. Non c'è più un operatore oltre la rete, che gli restituisca il filo come una palla da tennis, ora deve arrangiarsi da solo.
Anche se non riesce a muoversi bene, lui è un tipo davvero intelligente e pone domande precise. Nell'esercizio precedente, mi aveva domandato: "Quale lavoro stiamo facendo?" Gli avevo risposto che facevamo un quadro. Questa volta ho risposto alla stessa domanda più sinceramente. Non gli ho detto che stavamo facendo una scultura. Gli ho detto che, con questo lavoro, forse avrebbe imparato a mettersi le dita nel naso. Si è messo a ridere e si è impegnato moltissimo. La casetta che abbiamo utilizzato per questo esercizio era semplicemente un vecchio modellino per la nostra Casa dell'Omo Ragno ...
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