L'ultimo tessuto di gruppo a Tessere Liberi
Quanto segue, veramente, dovrei dirlo al CPA in assemblea: a quel curioso espediente politico che combina al suo interno democrazia diretta, consiglio operaio dei soviet e qualche benedetta gerarchia tribale. Sia pure un espediente politico, quest'Assemblea, ma è davvero curioso e affascinante. E se dovessi ora, parlare in Assemblea, non credo che sarei tanto preciso. E' perciò che adesso, scrivo: per la precisione.
Insomma, io propongo questa iniziativa: "la BenFinita di Tessere Liberi". Tessere Liberi era il laboratorio di tessitura al CPA, che oggi non funziona più. Questo perché, il principale responsabile, che poi sarei io, se ne è emigrato in un paesello dell'Umbria per tramare una nuova avventura: la sedicente "Facoltà di Tessere". Non è che mi fossi sdegnato con il CPA, neppure con Firenze in particolare: é che non sopportavo di vivere in città... e nemmeno il mio precario "posto di lavoro". Perciò, dopo questa mia emigrazione, mi è impossibile di essere a Firenze nel laboratorio tessile del CPA: non sono ancora un santo con il super-potere della bi-locazione.
Se qui dovessi decidere io, direi francamente, che il laboratorio di tessitura va chiuso e (scusate la parola) sgomberato. Se invece magari, l'Assemblea decidesse di riservare il medesimo spazio a qualche attività più o meno tessile (per esempio: ho sentito desideri di Uncinetto e Sartoria, al CPA), ne sarei entusiasta. Anche perché molti materiali, come stoffe e filati, che adesso riempiono il laboratorio, si potrebbero utilmente utilizzare, invece che volarli al cassonetto. Che sarebbe, oltre tutto, un lavoro. In più, ci starebbe la sofferenza di condannare a un altro cassonetto certe cose magari riciclabili in qualche imprevista creazione... Non solo una creazione che sia, per forza, artistica, basta una creazione qualsiasi, beninteso: sempre autogestita.
Perciò la mia "ultima" iniziativa sarebbe: "la Benfinita di Tessere Liberi". Per una serata, vorrei invitare tutti gli amici, compagni, maestri, colleghi o discepoli, dentro e fuori al CPA, in un giorno preciso, al laboratorio di tessitura. Sarebbe un occasione per celebrare questi sei anni di attività che, insomma, hanno prodotto un libro o due, hanno coinvolto tessitori del Ghana, del Burkina Faso, e della Rebubblica Saharawi in esilio. Hanno prodotto, anche, qualche tesi di laurea e varie lezioni a studenti stranieri. Ci sono inoltre, varie opere tessute nel laboratorio, che poi finirono in grosse mostre d'arte, internazionali.
Si è rinnovata l'arte popolare di tessere con mezzi di recupero: costruendo dei telai tradizionali con i letti abbandonati al cassonetto. Poi ci abbiamo tessuto dei tappeti pure nel bar del Covo. Soprattutto, mi piace che il laboratorio abbia attivamente coinvolto (direi, quasi) il popolo, cioè varie persone che passano di lì: per il Centro Popolare Autogestito, per scelta o per semplice curiosità.
A parte il boom della Brandamaglia, che ha dilagato per ogni spazio del CPA, la tessitura nel laboratorio non fu certo, un fenomeno di massa. Però accontentiamoci delle avanguardie, per il momento. Rispetto alle Avanguardie (o così dette) si organizzò pure un festival artistico: il Fifofè o Fili Forme Festival. Non è importante tanto che quel Fifofè abbia coinvolto pure artisti importanti, quanto più importa che, tutti quelli artisti, insieme ai loro seguito di fan, partecipassero anche alla pantaguelica cena di compleanno dello stesso CPA.
E qui, vorrei innalzare una sentita lode a tutti quanti i cuochi del CPA che, forse, sono i più efficaci agenti sociali dell'autogestione. Come si sa, la parola "compagno" deriva dal Latino CUM PANE) e significa anche "chi condivide il pane". Si può di nuovo citare Bertholt Brecht: "Sì, Giulio Cesare conquistò le Gallie... ma non portò con sé nemmeno un cuoco?... Chi ha poi, cucinato la cena di quella vittoria?" Innalzo insomma, una sentita lode ai cuochi e agli sguatteri del CPA.
Al laboratorio di tessitura, si affiancarono poi le biciclette della ciclofficina "Brugola Rossa". Con l'avvento della ciclofficina, oltre che organizzare la coincidenza mensile di Critical Mass e il riciclaggio dei ciclo-rottami, l'arte tessile si applicò alla bicicletta: con "Bicichiotta" la bici pelosa, poi il Papaciclo d'oro e tappezzato in porpora (per irridere allo Stato Pontificio perchè, ancora, pure questo ci tocca). E poi la Bici Erbosa dell'artista americano, da innaffiare con cura tutti i giorni, salvo quei barbari che ci sparsero il sale, ma non importa: le biciclette arrivano comunque, sempre e dovunque.
Insomma, se n' è fatte belle cose, i questi sette anni di CPA. S'è fatto quel Presepe Animalista, con l' affettato di Gesùbambino e i santini in offerta per le povere bestie (in verità, neppure troppe offerte). Si riempì di palloncini la Piramide Pneumatica, per farla scoppiare alla festa dell'Anti-Natale, il che fu replicato per l'Anti-Capodanno. Tante cose iper-artistiche ma sempre sotto tono, senza infognarsi in qualche galleria, Si fecero poi vari costumi, installazioni o addobbi (natalizi o discotecari), e i francobolli dell'anarchico Pinelli "defenestrato dalla questura", mentre le Poste di Stato celebravano il suo boia Calabresi (per i filatelici, si produssero persino alcuni esemplari rarissimi di un fantomatico "Pinelli Rosa").
Si fece pure il progetto Boicoop Art, con lo IAP (Istituto Arti Pubbliche) e con più di cento opere di arte popolare. Quasi tutte queste opere, si crearono a tavola e alla buona: proprio come, si dice, fu scritto il Pantagruel da Rabelais. Però, con la sottile differenza che questa nostra tavola è la mensa di un Centro Popolare Autogestito, del 21° Secolo... non è la tavola di un nobilotto del 16° Secolo (perché questo era, in fondo, il compagno Rabelais). E con quest'altra sottile differenza: le cartoline della Boicoop Art, non le ha realizzate affatto un certo nobilotto del XVI secolo ma invece, tanti individui anonimi del secolo XX: cioè di nuovo, direi quasi il popolo. Di Boicoop Art, poi se fatta una mostra da marciapiede in viale Giannotti, con la banda dai Fiati Sprecati.
Insomma, grazie tante, in generale, al CPA. Molti dicono che i Centri Sociali Autogestiti sono dei centri di spaccio per le droghe illegali. Altri dicono che nei Centri Sociali si organizzano dei violenze e attentati terroristici. Altri affermano ancora che i Centri Sociali sono settari e che non concedono spazio a voci alternative. Io posso dire: non è vero quasi niente, perché ci sono stato sette anni. Quando ci ero arrivato, non conoscevo davvero nessuno, però mai nessuno mi ha impedito di fare ciò che desideravo e con chi desideravo... nel rispetto ovviamente, degli altri.
Se poi, me ne sono andato, questo è successo perché ero emigrato... come capita agli artisti, ai contadini e agli extra-proletari. Ma non sono dissociato né pentito dal mio CPA. Insomma, proporrei in assemblea quest'iniziativa della "BenFinita di Tessere Liberi". Che, d'altra parte, sarebbe anche una mostra, oppure una performance, una installazione di questo quasi celebre artista, che non ha affatto vergogna di esporsi al CPA. Ma che ne è, invece, piuttosto orgoglioso. Resterebbe da decidere la data.
Luciano Ghersi
P. S.
Resterebbe da decidere la data.
Quanto segue, veramente, dovrei dirlo al CPA in assemblea: a quel curioso espediente politico che combina al suo interno democrazia diretta, consiglio operaio dei soviet e qualche benedetta gerarchia tribale. Sia pure un espediente politico, quest'Assemblea, ma è davvero curioso e affascinante. E se dovessi ora, parlare in Assemblea, non credo che sarei tanto preciso. E' perciò che adesso, scrivo: per la precisione.
Insomma, io propongo questa iniziativa: "la BenFinita di Tessere Liberi". Tessere Liberi era il laboratorio di tessitura al CPA, che oggi non funziona più. Questo perché, il principale responsabile, che poi sarei io, se ne è emigrato in un paesello dell'Umbria per tramare una nuova avventura: la sedicente "Facoltà di Tessere". Non è che mi fossi sdegnato con il CPA, neppure con Firenze in particolare: é che non sopportavo di vivere in città... e nemmeno il mio precario "posto di lavoro". Perciò, dopo questa mia emigrazione, mi è impossibile di essere a Firenze nel laboratorio tessile del CPA: non sono ancora un santo con il super-potere della bi-locazione.
Se qui dovessi decidere io, direi francamente, che il laboratorio di tessitura va chiuso e (scusate la parola) sgomberato. Se invece magari, l'Assemblea decidesse di riservare il medesimo spazio a qualche attività più o meno tessile (per esempio: ho sentito desideri di Uncinetto e Sartoria, al CPA), ne sarei entusiasta. Anche perché molti materiali, come stoffe e filati, che adesso riempiono il laboratorio, si potrebbero utilmente utilizzare, invece che volarli al cassonetto. Che sarebbe, oltre tutto, un lavoro. In più, ci starebbe la sofferenza di condannare a un altro cassonetto certe cose magari riciclabili in qualche imprevista creazione... Non solo una creazione che sia, per forza, artistica, basta una creazione qualsiasi, beninteso: sempre autogestita.
Perciò la mia "ultima" iniziativa sarebbe: "la Benfinita di Tessere Liberi". Per una serata, vorrei invitare tutti gli amici, compagni, maestri, colleghi o discepoli, dentro e fuori al CPA, in un giorno preciso, al laboratorio di tessitura. Sarebbe un occasione per celebrare questi sei anni di attività che, insomma, hanno prodotto un libro o due, hanno coinvolto tessitori del Ghana, del Burkina Faso, e della Rebubblica Saharawi in esilio. Hanno prodotto, anche, qualche tesi di laurea e varie lezioni a studenti stranieri. Ci sono inoltre, varie opere tessute nel laboratorio, che poi finirono in grosse mostre d'arte, internazionali.
Si è rinnovata l'arte popolare di tessere con mezzi di recupero: costruendo dei telai tradizionali con i letti abbandonati al cassonetto. Poi ci abbiamo tessuto dei tappeti pure nel bar del Covo. Soprattutto, mi piace che il laboratorio abbia attivamente coinvolto (direi, quasi) il popolo, cioè varie persone che passano di lì: per il Centro Popolare Autogestito, per scelta o per semplice curiosità.
A parte il boom della Brandamaglia, che ha dilagato per ogni spazio del CPA, la tessitura nel laboratorio non fu certo, un fenomeno di massa. Però accontentiamoci delle avanguardie, per il momento. Rispetto alle Avanguardie (o così dette) si organizzò pure un festival artistico: il Fifofè o Fili Forme Festival. Non è importante tanto che quel Fifofè abbia coinvolto pure artisti importanti, quanto più importa che, tutti quelli artisti, insieme ai loro seguito di fan, partecipassero anche alla pantaguelica cena di compleanno dello stesso CPA.
E qui, vorrei innalzare una sentita lode a tutti quanti i cuochi del CPA che, forse, sono i più efficaci agenti sociali dell'autogestione. Come si sa, la parola "compagno" deriva dal Latino CUM PANE) e significa anche "chi condivide il pane". Si può di nuovo citare Bertholt Brecht: "Sì, Giulio Cesare conquistò le Gallie... ma non portò con sé nemmeno un cuoco?... Chi ha poi, cucinato la cena di quella vittoria?" Innalzo insomma, una sentita lode ai cuochi e agli sguatteri del CPA.
Al laboratorio di tessitura, si affiancarono poi le biciclette della ciclofficina "Brugola Rossa". Con l'avvento della ciclofficina, oltre che organizzare la coincidenza mensile di Critical Mass e il riciclaggio dei ciclo-rottami, l'arte tessile si applicò alla bicicletta: con "Bicichiotta" la bici pelosa, poi il Papaciclo d'oro e tappezzato in porpora (per irridere allo Stato Pontificio perchè, ancora, pure questo ci tocca). E poi la Bici Erbosa dell'artista americano, da innaffiare con cura tutti i giorni, salvo quei barbari che ci sparsero il sale, ma non importa: le biciclette arrivano comunque, sempre e dovunque.
Insomma, se n' è fatte belle cose, i questi sette anni di CPA. S'è fatto quel Presepe Animalista, con l' affettato di Gesùbambino e i santini in offerta per le povere bestie (in verità, neppure troppe offerte). Si riempì di palloncini la Piramide Pneumatica, per farla scoppiare alla festa dell'Anti-Natale, il che fu replicato per l'Anti-Capodanno. Tante cose iper-artistiche ma sempre sotto tono, senza infognarsi in qualche galleria, Si fecero poi vari costumi, installazioni o addobbi (natalizi o discotecari), e i francobolli dell'anarchico Pinelli "defenestrato dalla questura", mentre le Poste di Stato celebravano il suo boia Calabresi (per i filatelici, si produssero persino alcuni esemplari rarissimi di un fantomatico "Pinelli Rosa").
Si fece pure il progetto Boicoop Art, con lo IAP (Istituto Arti Pubbliche) e con più di cento opere di arte popolare. Quasi tutte queste opere, si crearono a tavola e alla buona: proprio come, si dice, fu scritto il Pantagruel da Rabelais. Però, con la sottile differenza che questa nostra tavola è la mensa di un Centro Popolare Autogestito, del 21° Secolo... non è la tavola di un nobilotto del 16° Secolo (perché questo era, in fondo, il compagno Rabelais). E con quest'altra sottile differenza: le cartoline della Boicoop Art, non le ha realizzate affatto un certo nobilotto del XVI secolo ma invece, tanti individui anonimi del secolo XX: cioè di nuovo, direi quasi il popolo. Di Boicoop Art, poi se fatta una mostra da marciapiede in viale Giannotti, con la banda dai Fiati Sprecati.
Insomma, grazie tante, in generale, al CPA. Molti dicono che i Centri Sociali Autogestiti sono dei centri di spaccio per le droghe illegali. Altri dicono che nei Centri Sociali si organizzano dei violenze e attentati terroristici. Altri affermano ancora che i Centri Sociali sono settari e che non concedono spazio a voci alternative. Io posso dire: non è vero quasi niente, perché ci sono stato sette anni. Quando ci ero arrivato, non conoscevo davvero nessuno, però mai nessuno mi ha impedito di fare ciò che desideravo e con chi desideravo... nel rispetto ovviamente, degli altri.
Se poi, me ne sono andato, questo è successo perché ero emigrato... come capita agli artisti, ai contadini e agli extra-proletari. Ma non sono dissociato né pentito dal mio CPA. Insomma, proporrei in assemblea quest'iniziativa della "BenFinita di Tessere Liberi". Che, d'altra parte, sarebbe anche una mostra, oppure una performance, una installazione di questo quasi celebre artista, che non ha affatto vergogna di esporsi al CPA. Ma che ne è, invece, piuttosto orgoglioso. Resterebbe da decidere la data.
Luciano Ghersi
P. S.
Resterebbe da decidere la data.
1 comment:
Tessitruci poche, come sempre, al CPA. Cena ottima e compagnia anche migliore, peccato appunto che non ci siano state le tessitruci a raccogliere i filati e/o le rocche, stoffe ecc per farle vivere altrove, in altri tessili intrecci.
La opel metallizzata non poteva portare altro, e questa 'scatola di biscotti' in cui vivo in via de'Serragli non può diventare un magazzino totale.
Mi sono ricordata di tante cose: più che altro delle strane e magiche camminate notturne dal CPA a casa, quando ancora non eri ciclista, con il fiume ghiacciato. Era il primo inverno, appena dopo l'occupazione, e giravamo un po' timidi in un CPA riscaldato.
E poi il FiFoFe: con le pallate del Capatti, che poi sono state rievocate alla festa dell'anti-capodanno e la gente del CPA un po' curiosa a vedere questi strani artisti.
Lunga vita alla Facoltà di Tessere, con o senza tessitruci.
Post a Comment