Sunday, July 01, 2007

Tessere a mano ma tessere a piedi

ENGLISH ABSTRACT
footloom V/S handloom.
A loom equipped with two pedals is highly suitabe for disabled people: the evolution of human ability sprang mostly from the feet! Unfortunately, such looms are rarely found in rehabilitation centres.
I developed the ugly techology of a table loom by two cabinet doors, that are now working as large and comfortable pedals. I also recycled some pieces of another ugly table loom, as gallows for a hanging warp. So that, I assembled a sort of drag loom. Removing the warp beam, its complex brake system was also removed. The "doughnut" warp is a heritage of Kente weaving.




L'evoluzione dell'abilità umana è basata sui piedi. Senza questo sviluppo dei piedi, che sono indispensabili per la postura e locomozione erette, le mani non avrebbero potuto dedicarsi a quelle infinite esplorazioni gestuali, che infine coinvolgono oggi una così vasta area di corteccia cerebrale.
Tra l'altro, senza postura eretta sui piedi, la scatola cranica non avrebbe raggiunto un volume atto a contenere lo sviluppo cerebrale che era indotto dalle attività manuali: nel cranio di un quadrupede non resta troppo spazio per il cervello, ma già nel il quadrimane si inizia a ragionare. (Vedi André Leroi-Gourhan).
I creazionisti non sarebbero d'accordo ma anche per loro la Storia comincia con la cacciata fuori dal Parco: camminare, lavorare, e basta di mangiare la frutta sugli alberi!
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Anche se l'abilità umana, preistoricamente, si basa sui piedi, oggi poca attenzione viene loro rivolta nelle attività educative e (ri)abilitative. Ciò ha un motivo di fondo assai banale: gli Educatori sono abilitati (soprattutto legalmente) in apposite scuole, dove prevalgono le attività a tavolino. E i piedi non si mettono sul tavolo, se non per mancanza assoluta di educazione. Così i piedi restesteranno "ineducati".
Ecco spiegato finalmente perché un semplice telaio a due pedali dovrebbe essere lo strumento principe nella tessitura (ri)abilitativa: perché ci si possono mettere i piedi (vedi anche: Tappeti...).
Sfortunatamente, telai di questo genere sono raramente disponibli negli appositi Centri. Tale carenza non è imputabile a carenza di fondi, quanto piuttosto all'acquisto sconsiderato di attrezzature scolastiche e hobbistiche, che raramente si trovano a buon mercato. Ma un telaio a pedali rudimentale si può anche costruire con pezzi di fortuna (vedi Telai di recupero ).
A parte questa opzione, il problema è che, oltre agli Educatori, pure gli Istruttori di tessitura risentono in genere pesantemente di una qualche formazione scolastica: nelle sezioni tessili negli Istituti d'Arte o presso Professori privati. In tali ambienti, la tessitura si impara a tavolino, soprattutto progettando e disegnando. Oppure campionando tessuti ma su telaini da tavolo... dove altrettanto non vanno messi i piedi (vedi in: Operatori e Operati Sociali).
Tra parentesi, ecco un ottimo motivo per istituire la Facoltà di Tessere: la situazione era piuttosto grave!
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Qui nel video. c'è un ex telaio da tavolo, debitamente inventariato ASL. In effetti, poi ci avevano aggiunto le gambe ma restava comunque un telaio da tavolo, senza un posto dove mettere i piedi: era solo diventato un telaio-tavolo, nulla di più. Lo ho trasformato in telaio a pedali utilizzando i due sportelli di un mobiletto, cardini compresi. Questi sportelli offrono ai piedi una base di appoggio molto più larga dei comuni pedali. Ciò avvantaggia di molto anche i piedi più disabili o ineducati.
Era superfluo aggiungere altri pedali per ottenere armature più complesse della semplice tela: ciò che importava qui era istigare a bilanciare i piedi: uno deve scendere mentre quell'altro sale, proprio come in bici.
Tra parentesi, pure la bicicletta sarebbe un ottimo strumento (ri)abilitativo, nonostante che il Lombroso la consideri un'istigazione a delinquere (vedi Il ciclismo nel delitto). Del resto, un disabile ciclabile diverrebbe un soggetto meno controllabile... e date le questioni di Contenimento chi vuole esagerare con l'Autonomia? Chiusa la parentesi.
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Per ristrutturare questo telaio-tavolo, ho pure riciclato, con sommo piacere, qualche pezzo di un Telaio Romanelli, uno di quelli famigerati, dove i licci si alzavano tirando una serie di sciacquoni (le vittime di questo marchingegno qui mi capiranno al volo). Con i pezzi così rimediati, ho elevato una specie di patibolo sopra il subbio di ordito. A quel patibolo ci impicco l'ordito, che ho predisposto a ciambella esattamente come lo Avotsihe dei tessitori Kente.
Così mi risparmio di avvolgere l'ordito al suo vecchio subbio e anche di imporre al Disabile di armeggiare tra i freni dei due subbi per fare avanzare l'ordito (ma né troppo né troppo poco) e per rimetterlo di nuovo in tensione (ma non troppo e nemmeno troppo poco). Qui i più si comportavano ancor più da Disabili, per non doversi assumere la complessa operazione.
Per cui, d'abitudine, o chiamavano me oppure continuavano a tessere, sempre più penosamente, su su fino ai denti del pettine, con la bocca dell'ordito quasi chiusa. Invece, quest'ordito acciambellato si frena in alcun subbio ma è semplicemente tenuto in costante tensione con una pietra appesa per zavorra. Anche quest'ultima è d'ispirazione Kente: è difficile inventare coi telai, specialmente a chi ricerchi la semplicità.
Naturalmente, poi mi si viene a chiedere se con questo telaio, non fosse possibile tessere una striscia un po' più larga . Certamente sarebbe possibile ma non è così semplice e già mi sembra di pretendere abbastanza dagli Utenti del mio Laboratorio.

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